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Terremoto Abruzzo

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Per Alessia

Dedicato ad un angelo che da lassù osserva noi poveri umani rimasti a soffrire le pene terrene. I tuoi occhi sprigionano tanto amore e sicurezza. La tua voglia di fare, il tuo amore per lo sport che sia di ispirazione per la nostra vita sempre rivolta verso il bene. Proteggi col tuo manto celeste i soccorritori della Protezione Civile affinchè compiano nella maniera migliore, il proprio servizio. Aiuta gli amici di San Martino che ti amano tanto, perchè possano resistere alle durezze della tendopoli, ogni giorno che passa.

La laurea a giugno poi a Napoli, dove l’aspettava il suo ragazzo Salvatore. Alessia gliel’aveva promesso l’ultima volta che si erano visti, a gennaio. Doveva finire gli esami di fisioterapia all’università dell’Aquila, quindi niente distrazioni: “I genitori ci tenevano tanto, e anche lei – racconta salvatore – però mi disse che una volta laureata mi avrebbe raggiunto. Uno dei suoi sogni era quello di mettere su una grande famiglia”. Salvatore e Alessia si erano conosciuti da bambini, a Corbellino, in provincia dell’Aquila. Tanto tempo separati, lui è vissuto in Svizzera per cinque anni. Poi un anno fa si sono ritrovati. “E’ come se fossimo stati sempre insieme – racconta – almeno con la mente. A capodanno le regalai un anello, pianse per un’ora, diceva che non se lo aspettava”. L’altra grande passione per la pallavolo, Alessia giocava nel San Martino volley. Domenica 5 gennaio l’ultima partita del campionato contro il San Nicolò, poi sarebbero cominciati i playout. Alessia Di Pasquale aveva 23 anni. La notte tra domenica 5 e lunedì 6 aprile dormiva in camera sua, al piano terra di un palazzo di quattro piani in via XX settembre, in centro all’Aquila. Il padre era davanti alla televisione, è stato l’unico a salvarsi, gettandosi dalla finestra, perché svegliato dai latrati del cane. Invece Alessia e la madre, Jolanda Capasso , sono state sepolte dalle macerie della loro casa.

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Intervista doppia: il terremoto secondo Ilma e Francesca

Era in cantiere da diverso tempo ma tra diversi impegni sono riuscito a montarlo velocemente solo ora. Mi sarebbe piaciuto farlo più completo ma alla fine penso che sia importante il senso e lo scopo dell’intervista fatta ad Ilma e Francesca nella tendopoli di San Martino D’Ocre il 15 aprile 2009. Lo scopo di questa intervista fatta sotto la tenda? Presto detto: NON DIMENTICHIAMO IL TERREMOTO IN ABRUZZO!! TORNIAMO A FAR VOLARE L’AQUILA E GLI AQUILANI!!

Latin Love Stafflatin-love-staff
Balli di gruppo e animazione a 360°

6 giugno 2009
Sabato sera alla Tendopoli di San Martino a San Martino D’Ocre (L’Aquila)
Per una serata allegra e soprattutto moooolto diversa!!

Non mancate!!

Per info chiamatemi 😉

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Con il cuore e la volontà, si ottiene tutto

Volere è potere, disse una volta uno!! Non è strano ma nello stesso tempo è affascinante come un evento importante come questo, ti cambi la vita. A me il terremoto l’ha stravolta completamente. Non sono un terremotato, non so in prima persona cosa significhi perdere la propria abitazione ma di certo so che significa stare vicino a loro, agli amici di San Martino D’Ocre (Aquila). Quest’ ultimo sabato 23 maggio 2009, ad esempio è stata una giornata bellissima, condivisa all’insegna dei ricordi e dell’amicizia e soprattutto un sabato pieno di bontà e cuore. Un dono particolare è stato consegnato alla tendopoli, un bel televisore Lcd di 50 pollici, con un bel decoder digitale terrestre e un amplificatore eccezionale. Il padron dell’iniziativa? Il caro amico di una vita Ernani Barretta di Pescosansonesco (Pescara). Era un pò che ci pensavo, volevo fare un regalo a San Martino: pensavo a quel televisore a tubo catodico piazzato lassù che non si prestava ad essere il massimo per una comunità

da sin: Nevio Di Pasquale, Sergio Cipolla, Ernani Barretta, io e Mario Di Pasquale
da sin: Nevio Di Pasquale, Sergio Cipolla, Ernani Barretta, io e Mario Di Pasquale

di circa 100 persone. Per questo è stata la prima cosa a cui ho pensato, il motivo per iniziare una raccolta di soldi finalizzata a fare un regalo coi fiocchi a San Martino. E invece come succede per le cose più volute e desiderate, il sogno di un bel televisore nuovo fiammante si materializza in un batter d’occhio grazie ad un angelo chiamato Ernani che immediatamente si è prestato ad essere l’unico e decisivo promotore dell’iniziativa. La consegna, il montaggio e tutta la giornata passata in compagnia di Enani, Beatrice, Clelia, Elena mia moglie e i bambini Giulia Vincenza ed Emanuele Paolo è solo la cornice bellissima di un sabato caldo e soleggiato trascorso in piena allegria, insieme agli amici Sergio Cipolla capo campo della tendopoli di San Martino, Nevio Di Pasquale il vice presidente della polisportiva san martino e Mario Di Pasquale, la mia preferita signora Barbara e tante, tante risate anche grazie all’effetto delle sue buonissime specialità a base di genziana fatta in casa, consumate come digestivo a fine pasto. E che digestivo!!.

da sin: Barbara, Ernani Barretta ed io
da sin: Barbara, Ernani Barretta ed io
da sin: francesca, martina, gianmarco ed io col nuovo televisore lcd
da sin: francesca, martina, gianmarco ed io col nuovo televisore lcd
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Ju Tarramutu!

Trovata su Facebook e sui blog degli amici aquilani (io l’ho copiata da Rosatiluca.it). Ma il vero Autore, come lui stesso ha commentato sotto e di cui lo ringrazio vivamente per aver visitato il mio blog, è Fulvio Giuliani che l’ha pubblicata sul sito Terranera.net – Carina, semplice ma soprattutto che colpisce il cuore: più testimonianza di questa…

Pe fermamme, ju tarramutu, me tà ccjie
Kjù fa ju strunzu , kjù ‘ndsosto
Se solo sapesse come se smorza ji farria vedè.
Tengo solo trovà addò cazzo hanno missu ju bottò
Se me la spalla la casa, la refaccio. Pure senza sordi, co lle sputazze, ma la refaccio
Anzi me ne faccio una bassa e co le tavole cuscì vojo vedè proprio come se mette
Tengo solo la paura che me frega.
Perché non è che se la pija solo co mmi
Se la pija co tutti quji che trova. Piccoli e rossi. Pure co ji vecchi che ggià non ne poteano kjù.
Quji ggià steano stracchi. E non va bbona. No je ne te kjù de tribbolà.
Ha cciso na frega de quatrani che non c’entreano na mazza. Che manco erano aquilani, ma ja ccisi uguale
A che servea tutta ssa carneficina lo sa solo jissu
Po te ta vedè tutta ssa ggente che te guarda e pare che te jice:” ma coma cazzo le sete fatte sse case? Nojiatri le tenemo antisimiche”.
Pure pe tilivisiò te llo icono.
Antisimiche ju cazzu che vve frega!
So kjù de trecento anni che non se sentea manco na scettacata e mo me vengono a ddi che lo sapeano tutti.
Ma che sapeate? Chi ve ll’era ittu? Che teneamo fa?
Ji bunker?
Po me vengono a raccontà che :”Era una scossa di media intensità, 6,3 della scala Richter. Non sarebbero dovute cadere tutte quelle abitazioni! E’ indice di poca attenzione alle regole”.
Ma dico ji:” Ma addò ju teneate ssu’ misuratore de tarramuti, appiccato co ji prusciutti! Ma se ss’è aperta la terra che appocatro se ‘gnotte tutto”
Pe piacere!
Onna l’ha spianata sana sana e Monticchiu, che sta cinquecento metri e che tè le case pure più vecchie sta loco che manco se ne so accorti!
A mi me ss’è aperto ju cascittu deju bagnu addò tengo ji ferri pe tajamme l’ogna e j sso retroati dentro aju lavandino.
E ju cascittu era quiju bassu.
Me ll’ha revodecata tutta la casa.
A cognatemo, che sta a San Demetrio, no ji se so cascate manco le fotografie sopra aju commò e a Villa Sant’Angelo che sta loco attraverso ha fatto ne frega de morti.
E’ come tutte le cose: a chi tanto e a chi gnente
Però è chiara na cosa sola: che non ci capite una beata mazza.
Ssi strumenti che tenete addopreteje pe facci quacche atra cosa,. Atru che “sabbia nelle costruzioni”. Ha fatto na sorte de botta che appocatro se cascano le stelle no de “media intensità”.
L’intensità, a certe parti, ci stea tutta quanta.
Ma se sse so cascati pure gji alberi.
Stu ggiru è toccato a nojatri ma non è che potete sta tanto pricisi manco vojatri.
Allora mò se semo mbarati. Semo diventati tutti “esperti in terremotologia applicata”.
Applicata perché so’ tre mesi che ropp’ju cazzu tutti i jorni e semo fatta pure la classificaziò deju tipu delle scosse.
Atru che Mercalli e Richter!!!!
Mo ve la jico: ju tarramutu se reconosce pe quantu trojajo fa
1. Essiju
2. Bottarella
3. Bella botta
4. Sileppa
5. Slenghera
6. Saraga
7. Petenga
8. °ngulallazia
E quando le sete passate tutte come nojatri ve potete presentà a fa ji esperti
….. media intensità! Ma jeteaffangulo

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La speranza e la fede di San Martino D’Ocre (Aq)

Un altro post dedicato ai miei fratelli di San Martino, scritto sul treno alle 6 di mattina, nel tragitto casa-lavoro. Sabato 16 maggio 2009 è stata una giornata trascorsa velocemente nella tendopoli dei miei fratelli, forse troppo. La spiegazione che mi do è che probabilmente quando ti senti bene, quando ti senti in famiglia, sembra che il tempo trascorra troppo rapidamente. Uno dei momenti che ho apprezzato particolarmente insieme a Severina, Elena e Rossella è stato quello trascorso con Fernanda Di Biagio, inquilina della tenda n°16, che mi ha invitato con tanto amore nella sua “nuova casa”. Nella tenda 16 (equipaggiata come le altre 21, di un nuovo condizionatore per fronteggiare il caldo dell’estate) è visibile in alto, una statuina della Madonna celeste che Fernanda custodisce gelosamente e dice di aver recuperato dalla sua casa a L’Aquila: ” E’ lei che ci protegge e ci da la forza di andare avanti. Perchè la vita deve continuare e se Dio ha voluto questo, allora vuol dire che tutto questo fa parte di un disegno divino”. La fede che leggo attraverso i suoi occhi e le sue parole, smorzano il fiato. Faccio fatica a guardarla negli occhi e butto giù l’amarezza che vorrei esprimere con un pianto. Ma questo non è il momento. Deve finire il tempo delle lacrime e della tristezza e lasciare il posto alla forza, alla fede e alla speranza. L’Aquila tornerà a volare, ne sono sicuro e straconvinto perchè lo voglio io , lo vogliono gli aquilani e lo vogliono tutti gli abruzzesi. Nel mio piccolo appoggerò ed aiuterò, fino a quando ne avrò forza, attraverso internet, la comunità dei fratelli di San Martino D’Ocre: “L’Aquila tornerà a volare e spiccherà il suo salto dalla cima del Monte Ocre, ne sono convinto”. Fernanda Di Biagio mi ha fatto un grande dono ed io sorella di San Martino ho mantenuto la promessa pubblicando nel mio piccolo spazio web le tue bellissime poesie, scritte nel silenzio della tua tenda blu. Penso che queste righe passeranno anche attraverso altri canali di informazione e questo non potrà far altro che farti felice (“Ehi.. ma tu che copierai e userai queste poesie, ricordati di citare il nome di Fernanda Di Biagio che le ha scritte e soprattutto il nome del suo paese, San Martino D’Ocre”). E tu, Fernanda, mi raccomando: non perdere mai la tua forza e quello in cui credi e continua ad esprimere le cose che senti dentro ossia la tua immensa speranza e la tua immensa fede. Ciao sorella di San Martino e a presto.

Le Poesie di Fernanda Di Biagio, classe 1961. Terremotata e abitante della tenda n° 16 nella tendopoli di San Martino D’Ocre (Aq).
Fino al 6 aprile 2009 alle ore 3,32 ha risieduto in via giosuè carducci n°1, a l’Aquila.

Lacrime
Scendono silenziose
come gocce di pioggia
solcano il viso, lente calde
accompagnano il dolore che si
ha nel cuore.
Non fanno domande
sono mute, eppure ci sono!
Ti accompagnano nei momenti tristi
della vita ma ti ricordano
che dopo asciugandosi faranno
ritornare la serenità, nel cuore.

Terremoto
Un incubo senza fine,
paura, dolore.
Volti senza espressione
dolore nel cuore.
E’ una tragedia immane
persone che non ci saranno più
avvolte nel grande mistero che è
la morte.
Persone che piangono i propri morti
e persone che non hanno più il loro
nido! Una casa…
Ricordi. Tanti ricordi che affiorano
nella mente ma una sola
è la parola d’ordine: ricominciare.

Dio
Tu sei il mio Dio,
so che anche adesso sei con me!
In questo momento triste della
mia vita, spero e credo ancora di
più in te!
Tu sei amore, aiutami a
donarlo agli altri!
Tu sei forza
donala anche a me!
Tu sei speranza
fammi sperare sempre più!
Non mi abbandonare adesso…
Grazie…

L’Amico
E’ quello che ti porge la mano
nel momento del dolore,
è quello che ti regala un sorriso
per farti sentire meno solo.
L’amico non fa domande
sa solo dare.
Non esiste colore di pelle
per avere un’amico.
E’ sempre pronto ad ascoltarti,
ti consola, ti da tutto il suo amore.
Ed è per questo che quando lo si trova
bisogna tenerlo accanto, come il bene
più prezioso.
Chi trova un amico trova un tesoro!

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Un sabato particolare alla tendopoli di San Martino

Sabato 16 maggio 2009, una giornata un pò particolare alla tendopoli di San Martino D’Ocre (L’Aquila). La signora Severina ha ricevuto in dono un piccolo pensiero pieno di affetto e soprattutto tenacia, da parte di Rossella Roselli http://alsiva-alsiva.blogspot.com/, una intraprendente e multimediale infermiera di Lanciano (Ch) che lavora all’ospedale di Ortona (Ch). Perchè multimediale e intraprendente? Innanzitutto perchè ha un blog in rete, veramente ben fatto e poi perchè grazie alla sua passione è riuscita a contattarmi tramite uno dei miei ultimi post, prendere un’appuntamento e recapitare direttamente il corredino fatto dai volontari del sito internet http://cuoredimagliablog.blogspot.com/ e consegnarlo di persona nelle mani di Severina nella tendopoli di San Martino D’Ocre a io_elena_severinaL’Aquila. Rossella mi ha fatto da subito tanta simpatia. Già da subito io e mia moglie Elena ci siamo resi conto durante il tragitto che “peperino avevamo in auto”. Non è la classica persona che “Vorrei aiutare ma non sò come fare”. E’ invece una persona umana e soprattutto concreta, della serie “Voglio aiutare… Armiamoci e partiamo”. Non è un segreto il fatto che i centri di raccolta ormai stanno scemando la loro funzione per tanti fattori. C’è bisogno quindi di atti diretti, se si vuole aiutare fattivamente qualcuno. E lei questo lo sa benissimo, perchè conosce (come lei stessa ha affermato) il significato di essere volontari e scendere in campo con spirito di sacrificio. Mi sono reso conto da subito che siamo per tanti versi, “fatti della stessa pasta” e sono veramente fiero e contento di aver conosciuto una persona operativa come lei. Severina ha ricevuto il suo pensiero, la missione è stata compiuta e mi auguro che possa essere di buon auspicio per lei e soprattutto per la sua nuova famiglia. Non è facile portare avanti una gravidanza in queste condizioni. Nella tendopoli di San Martino si sta sicuramente meglio rispetto ad altre situazioni ma le difficoltà sono tante, soprattutto nelle sue condizioni. Severina, in bocca al lupo, sono certo che tutto andrà per il verso giusto. Che Dio ti aiuti, sorella di San Martino!!

P.S. Grazie, Rossella, per aver inserito il link del mio sito, nel tuo. Mi sembra ovvio che anche il tuo blog entra con merito tra i miei bloggers amici 😉

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Quel maledetto 6 aprile 2009

E’ inutile negare l’evidenza. Il terremoto in Abruzzo in quel maledetto giorno e in quella maledetta ora, verrà ricordato tra gli eventi più catastrofici del secolo. Quasi 300 vite spezzate in 30 secondi  interminabili e soprattutto tante esistenze che da qui in poi, cambieranno radicalmente stili e abitudini. In questo numero di Blog Notes non potevo far finta di niente perché quello che i miei occhi hanno visto, quello che la mia pelle ha percepito, durante l’intervento a l’Aquila come operatore di Protezione Civile, solo Dio lo sa. Non  voglio raccontarvi una storia ma voglio semplicemente descrivervi una realtà: la mia, ossia quella vissuta nel campo tenda di San Martino D’Ocre, un paese di qualche centinaia di anime, in provincia dell’Aquila a 1100 m di altezza a pochi passi dalle rinomate località sciistiche di Rocca di Mezzo e Ovindoli e immerso nel verde Parco del Sirente Velino. Lo voglio fare così con le immagini delle persone che per giorni e per notti ho assistito nella tendopoli del campo di San Martino. Con i volti e con i gesti dei fratelli aquilani che hanno cambiato involontariamente e per sempre, anche la mia vita.
Se volete dare un aiuto concreto e soprattutto “a buon fine” alla tendopoli di San Martino D’Ocre, potete versare il vostro contributo economico alla “Polisportiva San Martino, presso la Carispaq dell’Aquila, codice Iban IT 24 X 06040 03601 000000064956”. Per informazioni telefonate pure ad Adelio Nardis (il mitico Presidente dell’ Associazione, nella foto in alto scattata da Christian De Massis, lo troviamo a sinistra mentre colloquia col signor Marchetti) al numero di cellulare +39 338 3294063 o visitate il sito internet www.polisportivasanmartino.it – Aiutateci a far tornare a volare l’Aquila e tutti gli aquilani.

P.s.  Questo articolo uscirà prossimamente nel periodico edito da Costa Editore “Italia è… Magazine” ed è dedicato a tutte le persone colpite dal terremoto, in particolare ai fratelli di San Martino D’Ocre: “Non mollate mai”…

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Diario di una notte alla tendopoli di San Martino d’Ocre (L’Aquila)

Sono appena scoccate le 3 di notte di questo sabato 2 maggio 2009 e mi trovo all’ingresso del campo tenda di San Martino d’Ocre a vigilare sulla sicurezza della tendopoli dei miei amici aquilani. Più che amici, direi quasi una famiglia e non lo dico tanto per dire ma parlo con il cuore perché era da tempo che sentivo la necessità di tornare fra loro, sentire il loro accento, guardare i loro movimenti, respirare e condividere le loro paure e incertezze per il futuro. E’ assolutamente vero, qui la terra non smette di tremare: una delle ultime scosse stamattina alle 7,30 di magnitudo 3,8, mentre ancora in branda all’interno della tenda, cercavo di non farmi svegliare dai rumori del campo, dalle persone che erano già sveglie intente nelle proprie attività. Ma dopo la scossa è stato il momento di tirarsi su e non tanto per la paura che oramai si è trasformata in abitudine quanto per la curiosità di sapere l’intensità di quell’ennesimo sussulto e se i media ne  davano notizia nei tg mattutini. In questo momento, in questa notte fa freddo, tremendamente. Penso che la temperatura si aggiri intorno allo 0 (se non qualcosa in meno) ed è strano ma a parte le mani e i piedi congelati, non provo il minimo sonno, non sento la minima fatica anche se è l’ennesima notte passata insonne. Ha appena smesso di piovere e il vento muove a volte si e a volte no, le bandiere posizionate all’ingresso del campo. Qui su a San Martino d’Ocre (Aq) a 1100 metri di altezza, il tempo cambia repentinamente: sarà una peculiarità della montagna ma oramai ci siamo assuefatti anche a questo. Mi viene voglia di pensare a questa brava gente che nonostante tutto, giornalmente si rimbocca le maniche per rendere la vita nella tendopoli il più confortevole possibile. Mi viene da pensare al presidente della polisportiva di san martino, il sig. Adelio che dall’alto della sua esperienza infonde sicurezza ai suoi paesani. Mi viene da pensare a Barbara ed Emanuela, infaticabili e bravissime maestre di cucina, sempre puntuali a servire i pasti della giornata. A Remo (bravissimo a fare arrosticini e soprattutto a mangiarli), a Mario, a Marino (il mitico elettricista) e a Tiziana che da poco ha acquistato una roulotte per viverci al posto della tenda e poi alle “super mammine coraggio” Marta e Irene. Mi viene da pensare ai giovani della tendopoli: Francesca, Guido, Gianmarco, Ilma, Debora, Martina, Gianluca e Viviana. Ai bimbi: Diego, Marika, Michela e ai più piccoli Michael, Thomas, Giacomo e Simone. Simone questo bimbo di appena 2 anni a cui ho fatto subito simpatia. Lui non è un grande chiacchierone ma i suoi occhi parlano da soli e mi trasmettono tanto amore. Tanto quanto il mio piccolo Emanuele Paolo, a casa a Città Sant’Angelo che dorme con Elena e Giulia Vincenza . Nel frattempo sono passate le 3,43 e proprio in questo istante ho avvertito chiaramente un’altra scossa: sicuramente intorno ai 2 – 2,5 gradi della scala Richter (niente di grave, insomma). San Martino d’Ocre è un paese che mi è entrato dentro, quasi come una seconda casa e spero che ben presto i miei fratelli di tenda trovino la serenità e la forza per voltare pagina per riprendere la vita di sempre. “Sarà dura ma chi sa… forse i fortunati siete voi che siete già pronti al Cambiamento che si respira nel nostro mondo. Forse sarete voi ben presto, non ad essere consolati ma a consolare chi ancora non capisce cosa vuol dire perdere tutto e vivere tra mille disagi e difficoltà. Voi mi avete insegnato tanto, non sono io che ho aiutato voi ma voi che avete aiutato me a comprendere il vero spirito di sacrificio”. Sono quasi le 4 ed è ora di svegliare il mio collega Antonio come cambio della guardia. Il servizio è terminato e la mia branda “calda” nella tenda della protezione civile, mi attende. Fratelli di San Martino d’Ocre, vi voglio veramente tanto bene e resterete sempre impressi nei miei pensieri. Nei pensieri di uno dei vostri affezionati “omini gialli subacquei”. (Altre foto su Flickr e Facebook).

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Terremoto in Abruzzo: 2 settimane dopo, tra polemiche e forza d’animo

E’ un periodo oramai ininterrotto in cui la regione Abruzzo è caratterizzata da diversi eventi importanti, tutti alla ribalta della cronaca, non c’è che dire. Prima sanitopoli con l’ex Presidente della Regione Ottaviano Del Turco, invischiato tra “capretti e cliniche private”. Poi l’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso con lo scandalo degli appalti ai cimiteri e poi, per ultimo e ben più catastrofico, la natura che si ribella ai suoi abitanti con la scossa di terremoto a L’Aquila e provincia. Ma perchè? Cosa abbiamo fatto di male? Eppure fino a qualche tempo fa se chiedevi a qualche forestiero delle informazione sulla nostra regione, a malapena sapeva della sua esistenza oppure la prima cosa che gli veniva in mente erano gli arrosticini e la pasta alla pecorara, il mare a Silvi e Pineto e la neve a Roccaraso. Ora è tutto cambiato. Ci conoscono anche in Nuova Zelanda, strana la vita. Comunque una cosa è certa: le uscite del signor Santoro in quel teatrino trasmesso su Rai 3, ci fanno capire che nonostante ci sia tanto lavoro e tanta voglia di fare, c’è sempre qualcuno che ti mette sempre i bastoni fra le ruote solo ed esclusivamente per il proprio tornaconto, senza considerare il bene della collettività. Ma ci rendiamo conto: io ero su a lavorare per il mio prossimo, a rompere vetri e porte per accedere nelle abitazioni dei terremotati per cercare di recuperare più capi di abbigliamento possibile, tra una scossa e l’altra a discapito della mia famiglia lasciata sola a casa durante le fasi del sisma e sento dire che in televisione certi signori, se così li possiamo definire, non hanno meglio da fare che attaccare la Protezione Civile, Bertolaso e il Governo? Ma si può? Sono veramente indignato e schifato, credetemi. Forse è meglio che in certi momenti gente come il signor Santoro, si ritiri in qualche isola deserta o in qualche eremo a recitare il mea culpa e frustarsi dietro la schiena (proprio come faceva il prete albino del film “Il codice Da Vinci”, ricordate?). Comunque io ho avuto fiducia dall’inizio e ancora adesso, appoggio pienamente la macchina dei soccorsi: tempestiva e idonea al 100 per 100, ve lo posso assicurare e non solo perchè ho avuto l’onore di farne parte ma anche perchè la macchina dei soccorsi siamo noi… noi gente comune che vuole tendere la mano al fratello bisognoso. Due ultime cose: veramente simpatico il motto “Barcollo ma non mollo” stampato in alcune T-shirt in giro in questo periodo. Anche se nata dalla bocca di personaggi storici della destra fascista, ne condivido pienamente il senso in questo contesto di sofferenza e morte. Per ultimo vorrei ringraziare di cuore gli abitanti della tendopoli di San Martino d’Ocre (Aq). Motivo? Averli aiutato, averli ascoltato, averli sorretto in questo momento particolare, mi ha fatto crescere veramente tanto. Grazie di cuore ancora. Ora, non dobbiamo dimenticarci di loro. Dobbiamo sempre e comunque stare loro vicino con le maniche rimboccate perchè c’è ancora tanto da fare. Se avete voglia e desiderio di dare loro un appoggio nella tendopoli chiamatemi al numero 320-8180021 (ho messo anche il banner sulla home page). Vi dirò come fare per un aiuto concreto e diretto con la vostra presenza. Saluti e al prossimo post.

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Terremoto a L’Aquila (Abruzzo): tra le macerie con la protezione civile

Giorno 7 aprile 2009, vestiti i panni di Protezione Civile e raggiunto il mio gruppo, ci siamo diretti nelle zone colpite dal terremoto a L’Aquila e provincia. Cosa dire? Solo due cose: rovine e disperazione. La macchina degli aiuti, per quel che mi riguarda, è solo da elogiare per impegno e spirito di sacrificio. Ho fatto del mio meglio per dare un piccolo contributo in quell’inferno. L’Abruzzo è stato colpito duramente, ed io come abruzzese e padre di famiglia sento ogni giorno che passa, il peso della disperazione e della paura, sia per me ma soprattutto per la mia famiglia. Ieri è stata una giornata molto particolare, di quelle che non si dimenticheranno mai. Appena entrati nei paesi colpiti dal cataclisma, l’orrore è stato immediato. Davanti i miei occhi solo rovine, costruzioni accartocciate, fabbriche sventrate, insomma tutto è parso subito irrimediabilmente difficile da ripristinare in tempi brevi. Troppi i paesi colpiti e la montagna non rende facile le cose. Paesi sparpagliati giù e sù, quasi irragiungibili e a rendere più difficili le cose alcuni crolli che ci hanno più volte costretto a cambiare tragitto. Tante le cose che mi rimarranno particolarmente in testa: gli abbracci e le lacrime di due famiglie per aver loro recuperato alcuni abiti e alcuni generi alimentari dalle loro case semidistrutte e a loro proibito l’accesso. Spero un giorno di rivederli. E poi le auto recuperate da dentro alcuni garages, l’intervento dei cani della cinofila della Guardia di Finanza. Le scosse non smettono un attimo e anche qui giù a Pescara si avvertono chiaramente, come quella del 7 aprile alle 19,42. Ero a montare delle tende a S.Martino d’Ocre a oltre 1000 m d’altezza e ragazzi credetemi, pensavo di morire tanto è stata forte. Spero di darvi con il mio video, una giusta testimonianza e di trasmettervi le stesse emozioni che ho provato io. Che Iddio ci aiuti a superare questo momento così duro. (Errore sul video: non è San Michele d’Ocre ma è San Martino d’Ocre. Mi scuso con gli abitanti di San Martino d’Ocre).

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