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Versatili, specializzati e sempre pronti. I Palombari/sommozzatori della Marina militare, con le speciali apparecchiature in dotazione sono in grado di effettuare immersioni in acqua dolce e salata per svolgere le varie missioni cui sono chiamati dalla forza armata.

Chi sono

Sono gli uomini del Gruppo Operativo Subacquei e si avvalgono di mezzi e apparecchiature ad alto contenuto tecnologico che consentono il più ampio spettro d’azione nel campo subacqueo mantenendo tutte quelle capacità operative che costituiscono la peculiarità  dei Reparti Subacquei della Marina. Sono uomini speciali, abituati prima a riflettere e poi ad agire per portare al termine tutte le missioni che la Marina li comanda. Sì perchè quando si va sott’acqua non si scherza, bisogna pianificare tutto fino al minimo dettaglio. La forma psico-fisica per i Palombari è importantissima, sott’acqua ogni attivita in termini di fatica è implementata al massimo, bisogna essere quindi preparati a tutto.

Un po di storia

  • 1849, su proposta del Generale Della Bocca, Ministro della Guerra e della Marina del Regno di Sardegna;
  • 17 marzo 1861, con la nascita dello Stato Italiano, nascevano quindi anche le Forze Armate Italiane e, a quella data, la Regia Marina disponeva già di un nucleo di persone di notevole esperienza, capace di operare sotto la superficie del mare in attività a carattere difensivo e tendente al recupero delle merci e delle imbarcazioni affondate;
  • 1884, furono emanate dalla Direzione Generale d’Artiglieria e Torpedini le prime norme tecniche ed operative per i Palombari (circolare n°795 del 7 aprile 1884), in esse era dichiarato quanto segue: “Il certificato di palombaro potrà essere emanato dal Comando della Nave Scuola Torpedinieri. Ottenevano il certificato di Palombaro di Prima Classe coloro i quali avevano dato prova di operare per almeno un ora e mezza alla profondità di venti metri, quello di seconda classe per il personale che raggiungeva almeno i dieci metri di profondità”;
  • Recupero della Corazzata Leonardo Da Vinci (176 m – 25.000 t), affondata a Taranto nel 1916, e portata in bacino dai Palombari della Marina italiana nel 1919. Questa complessa attività, mai realizzata nella storia fino ad allora, ha permesso di accelerare lo sviluppo delle tecnologie e delle capacità subacquee dell’uomo;
  • Durante la seconda guerra mondiale, il compito fondamentale svolto dai Palombari della Marina fu quello di bonificare tutti gli ordigni inesplosi e recuperare le numerose navi affondate allo scopo di mantenere sicure le vie di comunicazione marittima e mantenere efficienti i porti;
  • Al termine del conflitto, la Scuola Palombari si unì alla Scuola Sommozzatori (sorta a Livorno durante il conflitto), formando così il Centro Subacqueo della Marina Militare (Maricentrosub) che fu posto nuovamente nel comprensorio del Varignano. Questo nuovo Ente dovette affrontare una situazione veramente tragica: i porti apparivano come un desolante cimitero di navi spezzate sul fondo, mentre le acque e le vie di comunicazione marittima erano cosparse di mine navali e di ordigni esplosivi di qualsiasi genere. In quella simile situazione i Palombari della Marina disponevano solo del loro eccezionale coraggio e senso del dovere che gli permisero, in soli 4 anni, di portare a termine brillantemente la riattivazione dei principali porti italiani e delle vie di comunicazione marittima, consentendo così la ripresa economica del nostro Paese;
  • 15 febbraio 1960 venne istituito il Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei” (Com.sub.in) che vide i Palombari integrati all’interno del Gruppo Operativo Subacquei.

Cosa fanno

I Palombari si avvalgono di mezzi e apparecchiature ad alto contenuto tecnologico che consentono le immersioni subacquee più importanti e profonde. Appena concluso il corso e ricevuto l’ambito basco blu, familiarizza con le apparecchiature per le immersioni più all’avanguardia che spaziano dagli autorespiratori ad Aria ai “rebreathers a miscela elio/ossigeno”, ed acquisisce le prime esperienze professionali nel campo dei lavori subacquei.

i Palombari posso essere impiegati presso il Reparto Pronto Impiego (R.P.I.) del Gruppo Operativo Subacquei nei seguenti nuclei operativi:

  • nucleo E.O.D., un élite di operatori formata da artificieri subacquei capace di intervenire per la neutralizzazione di ordigni posti sott’acqua;
  • nucleo Iperbarico formato da operatori abilitati alle immersioni in saturazione a quote molto profonde (fino a 250 mt);
  • nucleo S.P.A.G. (Submarine Parachute Assistance Group) il team di “operatori subacquei avio-lanciabili”, unico nel Mediterraneo, pronto al soccorso di eventuali naufraghi di sommergibili che in emergenza sono costretti ad abbandonare il battello mediante la fuoriuscita individuale;
  • un altro incarico di prestigio assegnato ai Palombari è quello di prestare servizio su Nave Anteo, Unità Navale speciale alle dipendenze di Comsubin, dotata delle più moderne e complesse apparecchiature per il supporto alle immersioni profonde ed il soccorso ai sommergibili in avaria;
  • Un ulteriore impiego avviene a bordo delle Unità di Contromisure Mine (cacciamine) ove i Palombari garantiscono il servizio di neutralizzazione degli ordigni esplosivi;
  • impiego presso in uno dei sei Nuclei S.D.A.I. (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) distribuiti sul territorio nazionale nelle sedi di La Spezia, Taranto, Augusta, Cagliari, Ancona e La Maddalena, all’interno di squadre di artificieri subacquei che assicurano prontezza operativa e grande esperienza nella gestione delle operazioni di disinnesco di ordigni esplosivi residuati bellici e lavori subacquei complessi.

Come si diventa Palombari sommozzatori della Marina militare

Può fare domanda chi supera le visite mediche di preselezione presso gli ospedali principali della Marina e le infermerie di corpo. La domanda esce ogni anno ed è riservata ai VFP 4 che non abbiano superato il terzo anno di ferma, ai militari del Ruolo Truppa in servizio permanente, Sergente, Maresciallo e Ufficiale che non abbiano superato il trentesimo anno di età. Il corso Ordinario Palombari è molto selettivo, dura circa un anno, è diviso in quattro fasi in cui l’allievo viene addestrato progressivamente all’impiego di diverse tipologie di autorespiratori e all’esecuzione di lavori subacquei sia di giorno che di notte anche con l’impiego di esplosivi. Il primo gradino per accedere al corso è rappresentato dalla fase selettiva d’ingresso, della durata di una settimana. I candidati vengono sottoposti ad una serie di test fisici, funzionali e di acquaticità. La prova di compensazione in camera iperbarica è sbarrante per i successivi test di acuqticità che permettono di verificare l’attitudine alla specialità.  Nel corso di tali prove i candidati dovranno dimostrare di saper eseguire, in una piscina, le seguenti semplici manovre, accuratamente descritte dagli istruttori: prova di apnea di 1 minuto, respirare da un erogatore senza mascherino, recupero in apnea di un erogatore sommerso, respirazione di emergenza attraverso il Gav.
I candidati che supereranno la fase selettiva ed i test di acquaticità potranno iniziare il Corso Ordinario Palombari che prevede un denso programma di attività, pratiche e teoriche, suddiviso nelle seguenti fasi:

  • Prima fase: gli allievi partecipano ad un intenso programma di allenamento fisico mattinale a quale segue l’attività in acqua con l’Autorespiratore ad Aria finalizzata all’esecuzione di semplici lavori sul fondo e sullo scafo delle navi fino alla profondità di 15 metri. L’attività subacquea diurna e notturna molto intensa serve all’allievo per aumentare la confidenza con l’ambiente marino. Tale fase rappresenta un momento formativo fondamentale per la preparazione fisica necessaria al proseguo del corso successivamente molto più impegnativo.
  • Seconda fase: l’allievo impiega una vastissima gamma di apparecchiature per l’immersione che spaziano dagli autorespiratori a miscela nitrox (rebreather), agli autorespiratori ad ossigeno puro passando attraverso i complessi e impegnativi sistemi di immersione per lavori subacquei pesanti o per attività in ambienti inquinati, quali l’Apparato Normale e l’Apparecchiatura Subacquea Alimentata dalla Superficie. L’allievo prende dimestichezza con un’ampia gamma di lavori subacquei tra i quali l’imbrago e il recupero con palloni di sollevamento di scafi affondati, saldatura e taglio subacquei con sistemi industriali, ricerca sul fondo con sonar portatili e metal detector. Gli istruttori modulano gradualmente l’attività fino a far raggiungere a tutti la massima espressione operativa dell’attrezzatura sia di giorno che di notte.
  • Terza fase: porta l’allievo ad impiegare gli autorespiratori utilizzati nelle precedenti fasi, fino al limite delle quote operative degli stessi. Al termine della fase l’allievo saprà impiegare tutte le apparecchiature per l’immersione ad aria fino a 60 metri, i rebreather nitrox fino a 54 mt. ed eseguire lavori subacquei complessi.
  • Quarta fase: la quarta fase conclude il corso, l’allievo impara ad impiegare una vasta gamma di esplosivi sia a terra che a mare, strumento di lavoro del palombaro necessari per svolgere il lavoro di “artificiere subacqueo” nelle operazioni di neutralizzazione di ordigni esplosivi, inoltre consegue l’abilitazione alla condotta delle imbarcazioni entro le 12 miglia dalla costa.

Al termine di questa fase gli allievi sostengono gli esami teorici di fine corso, superati i quali, entreranno a pieno titolo nel corpo dei Palombari della Marina militare acquisendo:

  • Brevetto militare da Palombaro;
  • Brevetto militare da Sommozzatore;
  • Abilitazione Tecnico di Manovra di Impianti Iperbarici;
  • Abilitazione EOD-Sub (artificiere subacqueo);
  • Abilitazione alle immersioni sotto le Unità Navali ed all’interno di locali allagati.

Atto finale del corso sarà la tradizionale cerimonia di “brevettamento” durante la quale viene consentito ai frequentatori di indossare il “Basco Blu”, copricapo che contraddistingue i Palombari della Marina Militare. I neo brevettati transiteranno quindi al  Gruppo Operativo Subacquei per svolgere una fase integrativa, della durata di 3 mesi, che permetterà di consolidare ed affinare la loro formazione.

Una volta acquisita la giusta preparazione ed esperienza professionale, i Palombari, potranno frequentare corsi in Italia e all’estero, per:

  • il pilotaggio di batiscafi;
  • l’ impiego di autorespiratori (rebreather) per immersioni fino a 80 mt.;
  • l’abilitazione alle immersioni in saturazione con fino alla profondità di 250 mt;
  • l’abilitazione da Paracadutista militare;
  • acquisire capacità sempre più spinte nell’impiego degli esplosivi al fine di neutralizzare qualsiasi ordigno inesploso venga rinvenuto.

Fonte: sito ufficiale della Marina militare.

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