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Pagare on line non fa più paura

DA TGCOM.IT DEL 30 LUGLIO 2008

Soddisfatto il 98% degli italiani. Cade lo stereotipo che vuole gli italiani restii ai pagamenti on line. Secondo una ricerca di Netcomm e Gfk Eurisko, il 98% degli italiani è soddisfatto dei sistemi di pagamento on line e solo il restante 2% giudica mediocri tali servizi.
Già nel 2007, secondo l’osservatorio Netcomm, ben l’80% dei pagamenti era stato effettuato contestualmente all’acquisto on line, utilizzando carte di credito tradizionali, prepagate e Paypal.

Nella rilevazione di quest’anno, il 69% degli intervistati ha dichiarato di aver pagato l’ultima compera in rete con sistemi di pagamento elettronico. La regina delle carte di credito utilizzate è la prepagata, usata negli ultimi 12 mesi dal 38% dei compratori del web e posseduta dal 76% degli interpellati.

Scendendo più nello specifico in tema di qualità dei servizi di pagamento in rete, del 98% che si dichiara soddisfatto, il 23% dei consumatori giudica ottimo il servizio, il 43% ritiene sia molto buono e il 29% pensa sia buono.

“Il problema della mancanza di fiducia nei sistemi di pagamento on line da parte degli internauti è un falso mito”, afferma Roberto Liscia Presidente di Netcomm. “Come tutti i falsi miti però sono duri a morire e, anche se i dati che leggiamo da questa ricerca ci fanno ben sperare per quanti il commercio elettronico lo conoscono e l’hanno sperimentato, rimane il problema di convincere chi non l’ha mai provato”.

Liscia tranquillizza sulla questione sicurezza dei pagamenti, la vera preoccupazione dei clienti. “La verità – dice – è che la maggior parte dei siti di eCommerce già adotta regole addirittura più ferree rispetto agli stessi standard imposti dalla legge. Paradossalmente se uno utilizzasse la propria carta di credito solo on line, allora sarebbe impossibile farsi frodare con questo strumento di pagamento”.

Se è vero, come afferma Liscia, che l’e-commerce ha una diffusione ancora limitata dai preconcetti, è vero anche che la sua è un lenta, ma costante espansione che va avanti da quasi un decennio e che oggi, come lo stesso Liscia dichiara, può contare 5 milioni di acquirenti on line.

L’indagine sull’e-commerce è stata realizzata sulla base di 1000 interviste personali domiciliari (CAPI), tra persone rappresentative degli utenti di internet, mentre la ricerca sul gradimento dei sistemi di pagamento on line è invece, stata realizzata intervistando (sempre con tecnica CAPI) 400 utenti della rete che avessero effettuato almeno un acquisto on line.

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Blognotes

Striscia la notizia, dichiara guerra alle cure con la fendimetrazina.

Non mi reputo un esperto dell’argomento ma penso che sia giusto ascoltare anche altri pareri, specie e soprattutto da chi è addetto ai lavori. Striscia la notizia fa bene il suo lavoro e sappiamo quanto sia stato utile in tutti questi anni. Ma quando si esagera, si esagera. Penso che sull’argomento si sia data troppa luce negativa disturbando purtroppo anche chi il proprio lavoro lo fa bene e soprattutto si è distribuita gratuitamente, tanta confusione a chi di cure ha effettivamente bisogno.

Intervista al Dr. C. Ezio Di Flaviano responsabile del Reparto di Terapia e Riabilitazione dei disturbi della Nutrizione, specializzato nella cura dei Disturbi dell’alimentazione e del peso, della Casa di Cura Villa Pini di Chieti. E-mail: diflaviano@diflaviano.com

Domanda. Dr. Di Flaviano, oggigiorno rimbomba nelle orecchie di tanti italiani una parola che fino a ieri si conosceva poco o niente: fendimetrazina. Ci dice che cos’è e chi ne fa uso?

Risposta…..

La fendimetrazina è un farmaco registrato negli U.S.A. e in molti altri Paesi per il trattamento dell’obesità. Agisce riducendo l’appetito, almeno in parte, aumentando le concentrazioni di noradrenalina al livello del Sistema Nervoso Centrale. La fendimetrazina e gli altri farmaci della stessa classe delle fenilalchilamine (fentermina e amfepramone) derivano dalla stessa molecola madre, l’amfetamina e agiscono, anche se meno potentemente delle amfetamine, con lo stesso meccanismo d’azione sul “centro della fame”. Per questo motivo vengono definite “amfetaminosimili” (amfetamine like). Tale definizione è stata, a livello scientifico, di fatto abbandonata proprio per evitare di ingenerare confusione, preferendo usare il termine “farmaci ad azione noradrenergica”.

Domanda. Dottore, secondo lei quali sono i motivi che devono indurre un medico a prescrivere questo farmaco o a decidere per un altro tipo di cura?

Risposta…

La fendimetrazina è una molecola in uso da oltre 40 anni, indicata nella terapia dell’obesità in associazione a modifica del comportamento alimentare e dello stile di vita. Per obesità si intende un eccesso di grasso corporeo tale da incidere negativamente sulla salute dell’individuo. Genericamente, si usa l’indice di massa corporea (BMI che si calcola dividendo il peso in chili per l’altezza in metri al quadrato) per classificarla, quando supera il valore di 30. Al Di sotto di questo valore il soggetto è in sovrappeso o normopeso e la fendimetrazina non va usata poichè il rapporto rischio benefico non è favorevole.

In Italia attualmente sono registrate solo due molecole per la cura dell’obesità (Sibutramina e Orlistat) mentre la fendimetrazina si può prescrivere solo galenicamente (preparazione estemporanea del farmacista). Il medico può scegliere di usare l’una o l’altra delle tre molecole in base alle caratteristiche del paziente, alle indicazioni e controindicazioni di ogni singola molecola, in scienza e coscienza! In tutti i casi la terapia farmacologia è riservata ad un sottogruppo di pazienti obesi (o soprappeso con complicanze come il diabete) è non è la panacea.

Domanda. Striscia la notizia, il Tg satirico di Canale cinque, sta dedicando tanto spazio a questo tema. Perché secondo lei? E poi è giusto a suo parere, il boato dei mass media, riguardo l’argomento?

Risposta….

La questione è complessa. Le esprimo solo il mio pensiero. Ritengo che rubriche scandalistiche non dovrebbero affrontare argomenti così delicati, che andrebbero discussi in sedi più opportune (rubriche scientifiche con esperti), poiché si rischia di creare falsi allarmismi. Si pensi a quanti pazienti obesi, che hanno una ridotta aspettativa di vita e alto rischio di gravi complicanze, che potrebbero giovarsi di una terapia farmacologia, la rifiuteranno o la interrompono, perché spaventati da Ricci e i suoi “gangster”…….

Perché tanto accanimento? Chi può dirlo, mi viene in mente che sta per essere commercializzato in Italia un nuovo Farmaco per l’obesità che costerà circa 100 euro per confezione di un mese! Eliminare la concorrenza di una molecola che invece costa pochissimo………………può essere una ragione?

Domanda. Cosa consiglierebbe ai suoi colleghi dottori, dopo essere stati investiti dal ciclone Staffelli (il giornalista di Striscia)?

Risposta….

Solo di continuare a lavorare secondo scienza e coscienza, rispettando le regole e soprattutto la salute del povero paziente obeso.

Domanda. Tutto giusto per ciò che concerne l’informazione, ma non pensa che dietro a tutti questi servizi, ci sia una regia non giusta? Ovvero non sarebbe il caso secondo lei che Striscia ad onor del vero intervistasse anche le persone che fanno bene il loro lavoro e che prescrivono la fendimetrazina dopo attenta analisi del paziente?

Risposta….

La risposta è ancora più complessa di quella di prima. Io personalmente e come presidente della Società Italiana dell’obesità, sezione abruzzese, ho scritto alla trasmissione, a Ricci e a Staffelli e mi sono offerto di fare chiarezza. NESSUNA RISPOSTA!!!!!

Domanda. Lei è conosciuto in tutta Italia ed ha partecipato più volte come esperto a trasmissioni di salute veramente importanti. Non pensa che tanto rumore alla fine provocherà solo tanta confusione e incertezze alle persone che veramente hanno bisogno di una cura medica?

Risposta….

Le ho già risposto.

Domanda. Per concludere, che forse è la cosa più importante, cosa consiglierebbe alle persone confuse che necessitano di una cura vera? E a Striscia la Notizia, cosa direbbe?

Risposta…

L’obesità è una malattia cronica grave e invalidante e con alti costi sociali. Si fa già tanta fatica a convincere il paziente obeso a prendersi cura della propria salute in modo permanente e quindi inviterei Ricci e la sua banda a occuparsi di argomenti meno pericolosi per la salute della gente o a farlo in modo scientifico ( ma non sono preparati per farlo). A chi ha il problema consiglierei di trovare la forza di iniziare un difficile percorso di cambiamento di abitudini di vita ma di farsi aiutare solo da medici specialisti o esperti magari chiedendo al proprio medico curante o agli ordini dei medici. L’esperto potrà consigliare al paziente quando è opportuno ricorrere anche alla terapia farmacologia che non ha insiti pericoli in se ma è solo l’uso improprio che può essere pericoloso e va condannato.

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