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L’ Aviazione Navale

Le situazioni operative in cui l’Aviazione Navale è chiamata ad operare sono le più disparate e riguardano scenari non sempre strettamente legati al mare. Ne sono riprova l’impegno in Afghanistan ed il concorso in operazioni di ricerca e soccorso, emergenze umanitarie o legate ad incendi boschivi.
Il mare, però, resta lo scenario di riferimento, tanto che ai nostri “uomini alati” tocca il privilegio di potersi dire “marinai dei cieli”.

L’Aviazione Navale è la componente aerea della Marina Militare e fa capo al COMFORAER (Comando delle Forze Aeree), che si occupa dell’organizzazione e del coordinamento delle attività di tutti i mezzi aerei della Marina, comprendendo anche la manutenzione, la gestione delle infrastrutture logistiche e l’addestramento del personale di volo e di terra.

I velivoli ad ala fissa e gli elicotteri sono imbarcati sulle unità navali dotate di hangar e ponte di volo, sulle unità navali da assalto anfibio e sulle portaerei.

Un po di storia

Le esigenze operative della Marina ha radici molto lontane e risale agli inizi dello scorso secolo, con l’utilizzo di palloni frenati, aeronavi (dirigibili) ed idroplani. Il Tenente di Vascello Mario Calderara, fra il 1906 ed il 1907, costruì presso l’Arsenale Militare Marittimo della Spezia un “idroveleggiatore”, ossia un vero e proprio “idroaliante”, con il quale compì una serie di prove sperimentali facendosi rimorchiare dal cacciatorpediniere Lanciere per ottenere la necessaria velocità per librarsi in volo e quindi ammarare dopo aver sganciato il cavo di rimorchio. Il 31 ottobre 1909 il Tenente di Vascello Guido Scelsi collaudò il dirigibile N1 bis in volo sull’Arcipelago Toscano, compiendo il primo “raid” di 450 km senza scalo sul percorso Vigna di Valle –Napoli e ritorno, mentre il 10 maggio 1910 lo stesso Calderara conseguì, a livello nazionale, il primo brevetto di pilota di aeroplano.

Il 1911 vide l’esordio degli idrovolanti, con il Capitano del Genio Navale Alessandro Guidoni, che il 5 novembre volò con un biplano Fareman da lui trasformato in idrovolante, grazie all’applicazione di due galleggianti muniti di innovative alette idrodinamiche, e con Calderara, che realizzò presso l’Arsenale della Spezia il primo idrovolante nazionale (peraltro la più grande macchina volante dell’epoca) e che pilotò ufficialmente l’8 giugno 1912. Alla Marina erano finalmente spuntate le ali!
Il 1911 segna anche il battesimo del fuoco della neo costituita specialità in occasione del Conflitto italo-turco in Libia, durante il quale aerei e dirigibili, pilotati da personale dell’Esercito e della Marina, furono impiegati per dirigere il tiro dal mare e per attività di bombardamento leggero. In tale occasione l’aereo dimostrò da subito la sua valenza tattica e si affermò altresì una figura destinata a ricoprire un importantissimo ruolo nell’Aviazione di Marina: l’Osservatore Aereo.
Nel 1912 Guidoni propose la trasformazione della Regia Nave “Piemonte” in nave-hangar per idrovolanti, prevedendo la presenza sopra il tetto dell’hangar di una piattaforma inclinata, lunga circa 40 mt., da impiegare come pista di decollo. Il 26 febbraio del 1914 lo stesso Guidoni sperimentò il primo lancio al mondo di simulacro di siluro, impiegando un “idrosilurante” progettato dal marchese Raul Pateras-Pescara ma costruito a Venezia sotto la sua direzione.
Il 4 giugno 1914 furono completati i lavori di modifica dell’incrociatore protetto Elba (2.732 tonnellate) – precedentemente impiegato per il rimorchio di palloni frenati – che lo trasformarono nella prima nave appoggio idrovolanti. La lungimiranza del Capo di Stato Maggiore pro-tempore, Ammiraglio Paolo Thaon di Revel, che aveva ben compreso l’importanza bellica delle unità navali dotate di aeromobili, nonché la genialità ed intraprendenza di Guidoni, consentirono nel 1915 la realizzazione della nave appoggio idrovolanti Europa (6.375 tonnellate), che richiese solo 3 mesi per la sua progettazione e costruzione.

Altrettanto degne di nota sono le sperimentazioni effettuate nel 1913 per l’impiego dei nuovi idrovolanti Paulhan-Curtiss e Borel imbarcati su alcune navi, fra cui l’incrociatore corazzato San Marco e le corazzate Roma e Dante Alighieri.
Sotto il profilo organizzativo la Marina creò nell’aprile 1907, nella Sezione Trasporti del 3° Reparto del Ministero della Marina, un “Ufficio di Aeronautica”, avente il compito di occuparsi delle questioni aeronautiche e dei relativi studi. In relazione alla rapida evoluzione del settore, il 27 giugno del 1913 l’Ammiraglio Thaon di Revel costituì, presso il Reparto Mobilitazione dello Stato Maggiore, la 3^ Sezione – Aeronautica, che assorbì le funzioni del suddetto ufficio, e istituì il “Servizio Aeronautico della Regia Marina”. Il 25 agosto dello stesso anno venne istituita la “Regia Scuola di Aviazione della Marina”, per l’addestramento del personale Pilota e Specialista. Nello stesso anno avvenne anche la divisione fra la componente aerea dell’Esercito e quella della Marina e con il Regio Decreto del 12 ottobre 1913 n° 1229 venne istituito il “Quadro del Naviglio Aereo”, in base al quale fu determinato che le aeronavi al servizio della Regia Marina fossero assegnate in uno speciale elenco, equiparandole alle navi iscritte nel quadro del naviglio di guerra dello Stato.

Di qui le ragioni per cui il 1913 è stato pertanto preso a rifermento quale anno di nascita dell’Aviazione Navale.
Nel 1914 la Regia Marina possedeva due stazioni di idrovolanti: una a Venezia e l’altra a La Spezia, con 14 apparecchi tipo Borel, Brèguet, Curtiss, Albatros, Farman e Guidoni (alcuni dei quali imbarcati su navi). Esistevano anche tre aeroscali per dirigibili a Ferrara, Jesi e Pontedera, mentre nell’imminenza del conflitto furono istituite stazioni di idrovolanti a porto Corsini, Pesaro e Brindisi. La Stazione di La Spezia fu soppressa e i suoi idrovolanti furono dislocati a Venezia. Nel febbraio 1915 la Scuola di Aviazione di Marina a Venezia fu chiusa e contemporaneamente ne fu aperta una a Taranto, mentre nel novembre 1915 divenne operativa la nuova Stazione Idrovolanti di Taranto.

Cosa fa

Il 2 maggio 1994, presso la base di Grottaglie, fu costituito il Nucleo Lotta Anfibia (N.L.A.), la cui peculiarità era la specializzazione nel supporto al Reggimento San Marco.
I nuovi orizzonti apertisi sia nel settore elicotteristico che nell’ala fissa portarono, alle soglie del nuovo secolo, ad una drastica riorganizzazione dell’Aviazione Navale con la costituzione, agli inizi del 2000, del Comando Forze Aeree (COMFORAER), con lo scopo prioritario di razionalizzare l’impiego operativo delle risorse disponibili (personale, materiali e mezzi). Il primo comandante del neocostituito COMFORAER fu l’attuale Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio Giuseppe De Giorgi.

ll 19 marzo 2001 la Marina ricevette il primo EH-101, nuovo elicottero multi ruolo sviluppato grazie ad una “joint venture” tra l’Agusta e la Westland e sicuramente il più avanzato e moderno disponibile sul mercato. Destinato a prendere il posto degli ormai vetusti SH-3D, che cominciarono ad essere progressivamente dismessi, il nuovo mezzo ad ala rotante era disponibile nelle varianti Maritime Patrol Helicopter (MPH) (per operazioni di sorveglianza e contrasto alle Unità di superficie e subacquee), Helicopter Early Warning (HEW) (per operazioni di sorveglianza aerea e di superficie a grande distanza e di supporto alla componente aerotattica imbarcata) ed Assault Support Helicopter (ASH) (per il trasporto di truppe, mezzi e materiali, nonché per evacuazione sanitaria).

Iniziò quindi la fase di valutazione operativa dei nuovi elicotteri EH-101, assegnati al 1° Gruppo Elicotteri, nonché l’attività di addestramento dei relativi equipaggi. A causa della delicatezza e delle problematiche connesse all’entrata in servizio di una macchina digitale, molto più complessa e sofisticata delle precedenti, lo Stato Maggiore Marina maturò la decisione di creare un Gruppo di Lavoro EH-101, a cui affidare il compito di valutare le prestazioni e le capacità del nuovo elicottero, con l’obbiettivo di elaborare proposte di modifica alle pertinenti strutture operative a terra e a bordo, alla dottrina d’impiego, all’organizzazione operativa e logistica ed alle procedure di addestramento. Sulla scia dei successi conseguiti dal suddetto Gruppo di lavoro, l’1 gennaio 2006 fu costituito, sempre presso Maristaeli Luni, il Centro Sperimentale Aeromarittimo (C.S.A.). Tale Centro è tuttora posto alle dirette dipendenze del 2° Ufficio “Studi e Nuovi Programmi” del 6° Reparto Aeromobili e costituisce uno strumento essenziale per la Marina, essendo un importante protagonista nello sviluppo dei nuovi programmi ed in tutte le attività di studio, valutazione operativa, sperimentazione e modifica degli elicotteri, con particolare riferimento agli aspetti inerenti allo specifico ambiente marittimo ed all’impiego a bordo delle Unità Navali.

Per quanto concerne l’ala fissa, il 4 ottobre 2001 fu consegnato il primo di due Piaggio P-180, ottenuto in prestito dall’AM, che fu rischierato a Pratica di Mare, dove venne creata una Sezione Aerei ad hoc (SEZAER). A partire dal 2004 furono consegnati i tre velivoli destinati alla Marina per soddisfare le esigenze di supporto alle attività sperimentali e di verifica dei sistemi delle unità navali, le esigenze logistiche di Forza Armata e, grazie alla disponibilità del sistema FLIR (Forward Looking Infra-Red) e di un kit per l’evacuazione medica (MEDEVAC), anche per missioni di pattugliamento marittimo e di trasporto medico.

Dopo la costituzione di COMFORAER, nell’ottica di conseguire una più spinta razionalizzazione delle Componenti Aeree imbarcate, fu adottato il concetto di impiego degli aeromobili secondo i moduli delle Sezioni Elicotteri/Aerei, con l’obbiettivo di ottimizzare l’addestramento e la standardizzazione degli equipaggi, innalzare la disponibilità e l’efficacia operativa degli aeromobili e migliorare ulteriormente l’impiego delle risorse umane e materiali, elevando la prontezza al combattimento e la sicurezza del volo, per rispondere in modo sempre più appropriato a nuove e crescenti esigenze operative. Con la rinnovata organizzazione è COMFORAER che, in risposta alle esigenze delle Unità Navali e dei Teatri Operativi, costituisce le Sezioni Elicotteri/Aerei da impiegare selezionando accuratamente il personale nonché il numero, la tipologia e la configurazione degli aeromobili.
Un’altra pietra miliare dell’Aviazione Navale è stata l’entrata in linea, il 27 marzo 2008, della Portaerei Cavour, ora Nave Ammiraglia della Marina, concepita in modo da assicurarne la massima flessibilità di impiego, potendo fungere anche da Quartier Generale avanzato per Comandi Complessi Operativi, da unità per Operazioni Anfibie, da nave ospedale e da unità per gli interventi umanitari di grande scala. La sua versatilità è data anche dalle molteplici configurazioni che può assumere il suo principale sistema d’arma, costituito da un insieme di aerei ed elicotteri dalle capacità multiruolo. Ad esempio, nel caso della missione umanitaria “White Crane” (2010), dal Cavour hanno operato principalmente elicotteri pesanti EH-101 ed SH-3D, configurati in modo ottimale per massimizzare le capacità di trasporto logistico e di assistenza medica, mentre quando il focus è sulle missioni di attacco al suolo, prevale la presenza degli aerei. Nel complesso il Cavour, disponendo di un ponte di volo con 7 spot impiegabili simultaneamente, con aree di parcheggio per altri otto aeromobili, grazie ad una superficie netta di 6.800 metri quadri, ha la capacità di imbarcare una ventina di aeromobili, fra elicotteri (EH-101, AB-212 e SH-90A) ed aerei (AV-8B Plus ed in futuro anche i nuovi JSF), secondo una configurazione mista che viene attentamente calibrata in modo da ottenere il miglior compromesso operativo ai fini dell’ottimale svolgimento della missione assegnata alla Portaerei.

L’ultima novità in fatto di nuovi aeromobili riguarda l’entrata in linea dell’SH-90A che sostituirà progressivamente la linea AB-212 e che verrà acquisito in cinquantasei esemplari, di cui quarantasei nella versione da pattugliamento marittimo (MPH) e dieci nella versione da assalto marittimo (ASH). Questo avanzato elicottero multiruolo sarà in grado di svolgere missioni d’individuazione e neutralizzazione di obiettivi subacquei e di superficie, operazioni di assalto marittimo e di trasporto truppe, mezzi e materiali, nonché di evacuazione sanitaria.
Entrambe le versioni hanno anche caratteristiche ognitempo e potranno operare da bordo di piccole Unità, anche di notte e in condizioni meteo-marine particolarmente avverse. La versione MPH, quando operante dalle Fregate di nuova costruzione, ha la possibilità di essere assicurato sul ponte di volo senza l’impiego delle classiche catene, utilizzando un sofisticato sistema di ancoraggio automatico denominato deck-lock, che utilizza un arpione posto sull’elicottero ed una griglia posta sul ponte di volo in cui quest’ultimo si innesta. Anche la movimentazione dell’elicottero in hangar e viceversa può essere effettuata in modo automatico, senza impiego di personale ed anche in situazioni di elevato sbandamento della piattaforma, grazie ad un carrello scorrevole su rotaie al quale viene vincolato l’elicottero.

La flotta aeromobile

AB 212 ASW. Il Bell 212 è stato sviluppato dall’americana Bell Helicopter come evoluzione bimotore del celebre Huey e ha effettuato il primo volo nel 1968. L’Agusta ha acquisito la licenza di produzione l’anno successivo, sviluppando ben presto una versione navale ad hoc.
È nato così l’AB-212ASW-ASuW, che oltre ad una struttura irrobustita con protezione contro la salsedine, indispensabili per l’impiego prolungato a bordo delle unità navali, è dotato dei più moderni sensori e armamento per la lotta antinave e antisommergibile, quali il radar APS-705, il sonar ASQ-13B e il FLIR (Forward Looking Infra-Red) “STAR SAFIRE II”.
Inoltre può essere dotato di apparato LINK / TG-2, per la guida di missili superficie-superficie tipo Teseo e può trasportare fino a due siluri MK-46. L’elicottero monta anche galleggianti di emergenza per il volo sul mare.

AB 212 Eliassalto Marittimo. Il 2 maggio 1994 è stato costituito il Reparto Eliassalto, inizialmente nominato Nucleo Lotta Anfibia (NLA), con lo scopo di dotare la Forza Armata di una componente elicotteristica imbarcata specializzata nelle operazioni di supporto alle Forze da Sbarco del Reggimento San Marco. Per tale impiego la Marina ha sviluppato una pecifica configurazione dei propri elicotteri.
L’AB-212 Eliassalto Marittimo dispone di corazzature sui sedili piloti e pavimento cabina removibili, illuminazione interna ed esterna NVG (Night Vision Goggles), tranciacavi. Può montare due mitragliere HMP (Heavy Machine-gun Pod) cal 12.7 mm, due mitragliere brandeggiabili MG 42/59, due razziere HL 19/70. L’equipaggiamento comprende inoltre il SIAP (Sistema Integrato di Autoprotezione Passiva) con sensori antimissile e sistema di lancio automatico di falsi bersagli radar (chaffs) e IR (flares). L’elicottero è in grado di trasportare da 2 a 5 operatori del Reggimento San Marco o delle Forze Speciali.

SH90 NFH. Elicottero medio sviluppato per assolvere principalmente, in qualsiasi condizione meteorologica, le missioni antinave ed antisommergibile; essa è inoltre idonea a svolgere operazioni di ricerca e soccorso (SAR), di trasporto logistico (14 soldati equipaggiati, carichi appesi, ecc.). Le sue caratteristiche lo rendono impiegabile da bordo di unità navali tipo fregata in condizioni di mare particolarmente sfavorevole. La possibilità di ripiegare sia le pale del rotore principale, che la coda dell’elicottero, ne rende praticabile il ricovero in hangar di dimensioni limitate.

SH90 TTH. Elicottero medio sviluppato per ottimizzare il trasporto tattico di truppe (14-20 soldati) o di materiali (fino a 2.500 Kg di carico). Le sue elevate doti di manovrabilità e capacità di sopravvivenza in ambiente ostile lo rendono idoneo al volo tattico a bassissima quota in prossimità della zona di battaglia, nonché in grado di svolgere un’ampia gamma di operazioni, comprese quelle di soccorso, MEDEVAC, lancio di paracadutisti, guerra elettronica. Esso è equipaggiato con una rampa posteriore, per facilitare le operazioni di carico dei materiali o per consentire l’imbarco di un veicolo tattico leggero.

EH101 ASW/ASUW. Elicottero medio-pesante in grado di svolgere compiti antisommergibile, antinave, comando e controllo di operazioni aeronavali, Maritime Patrol Helicopter, Ricerca e soccorso (S.A.R.) e all’occorrenza anche di eliassalto.

EH-101 Early Warning. Elicottero medio-pesante in grado di condurre operazioni in qualità di HEW (ricerca e tracciamento bersagli aerei), antinave (ricerca e tracciamento bersagli di superficie e radar imaging), comando e controllo operazioni, Maritime Patrol Helicopter, ricerca e soccorso (S.A.R.) e all’occorrenza eliassalto.

EH-101 ASH. Elicottero medio-pesante in grado di condurre operazioni speciali, operazioni anfibie, Ricerca e soccorso (S.A.R.)

P 180 Maritime. Le eccellenti prestazioni (equivalenti a quelle di aerei a turbogetto), associate ai bassi consumi e all’elevato comfort della cabina, rendono il velivolo estremamente versatile e funzionale. La possibilità di installare sistemi elettro-ottici IR consente l’impiego del P-180 anche in missioni di ricognizione e sorveglianza marittima.
Le versioni utilizzabili tramite il montaggio di appositi kit sono: V.I.P. (max 6 pax), Alta densità (max 7 pax), FLIR, Cargo (trasporto materiale), Combi (trasporto materiale/personale) ed Aero-ambulanza (Kit barelle).

Atlantic Mk1. Il Breguet Br 1150 Atlantic è un velivolo da pattugliamento “ognitempo” prodotto in Europa e caratterizzato da elevate autonomia e raggio d’azione. L’Atlantic è un aereo bimotore, unica macchina della categoria non derivata da bombardieri o aerei da trasporto ma specificamente realizzato per operare nell’ambiente marittimo. La costruzione è interamente metallica, con due turbopropulsori ad eliche trattive, fusoliera bilobo, ala mediana, impennaggio monoderiva e carrello di atterraggio triciclo anteriore con doppie ruote. La superficie alare è di 120 metri quadrati.
Il velivolo è dotato di radar di scoperta di superficie, sensore MAD posto nell’allungamento di coda (rilevatore di anomalie magnetiche originate dai metalli ferrosi),  radio-boe acustiche attive e passive per la scoperta e tracciamento dei sommergibili, siluri leggeri, bombe di profondità e dispositivi fumo-luce di segnalazione per un totale di 3500 kg di carico utile. Il Br 1150 inoltre è dotato di battello pneumatico aviolanciabile molto utile per il soccorso in mare.
È nato originariamente per la scoperta, tracciamento e distruzione dei sottomarini e secondariamente impiegato per la ricognizione marittima in generale. Oltre al ruolo principale di scoperta e contrasto della minaccia subacquea (ANTISOM) per cui è stato progettato durante il periodo della Guerra Fredda il Br 1150 Atlantic è in grado di svolgere con profitto anche le seguenti tipologie di missione:

  • Sorveglianza marittima: ricerca e mantenimento del contatto a distanza di sicurezza di un obiettivo (per eventuale attacco anche in coordinamento con altri assetti aerei o navi militari) o controllo delle linee di traffico per prevenire gli atti illeciti come la pirateria marittima o il terrorismo internazionale.
  • Ricerca e salvataggio: missione inquadrata nel piano nazionale di intervento in caso di dispersi in mare in seguito a sinistri marittimi o aeronautici. Alle capacità di ricerca e doti di autonomia è associata la possibilità di lanciare in mare agli eventuali naufraghi opportune dotazioni di emergenza per la salvaguardia della vita umana in mare.
  • Trasporto: oltre l’equipaggio normale (13 persone) e allo scopo di assicurare la sua elevata autonomia, l’aereo è in grado di trasportare 11 persone nella cabina pressurizzata e ricambi essenziali o materiali di servizio nel vano bombe.

L’equipaggio è misto, essendo composto da 13 elementi appartenenti alla Marina e all’Aeronautica Militare. Non ci sono vincoli nella costituzione dell’equipaggio rispetto alla Forza Armata di appartenenza ad eccezione dei  2 operatori ai sensori acustici (Marina) e dei 2 tecnici di volo (Aeronautica).

AV-8B. L’AV-8B ‘Plus”, chiamato anche Harrier II, è un caccia ognitempo monoposto subsonico, evoluzione diretta dei VSTOL della British Aerospace prodotti su licenza dalla Boeing, fornito tra l’altro, di una dotazione avionica tra le più avanzate.
La Marina utilizza l’Harrier II Plus principalmente come intercettore per la difesa aerea della flotta, con un ruolo secondario di attacco.
La versione italiana è, armata con un cannone da 25 mm con una dotazione di 300 colpi sistemato in un pod in posizione ventrale, con missili a medio raggio a guida radar AMRAAM e missili AIM-9L Sidewinder a guida IR per gli ingaggi ravvicinati. E’ inoltre dotato di un radar multimode in grado di assicurare nelle missioni di difesa l’aggancio di obiettivi a tutte le quote e, nelle missioni tattiche, la mappatura del terreno e l’identificazione del bersaglio anche in condizioni meteorologiche avverse.  L’armamento include:

  • 1 cannone da 25 mm. a 5 canne rotanti;
  • 9 punti di attacco subalari per un massimo di 5000 Kg di carico bellico;
  • 16 bombe Mk.82 o 12 bombe Mk.20;
  • missili MAVERIK, SIDEWINDER e AMRAAM;
  • contenitori per razzi da 70 mm;
  • bombe a guida laser.

Come diventare piloti dell’Aviazione navale

Possono diventare piloti di Marina gli ufficiali dei Ruoli Normali del Corpo degli Ufficiali di Vascello, o gli Allievi Ufficiali Piloti di Complemento (AUPC). L’iter che forma un pilota di Marina è lungo e impegnativo, e inizia inAccademia Navale. Per gli Ufficiali dei Ruoli Normali, l’iter selettivo inizia nel corso dell’ultimo anno di Accademia.
Gli ufficiali ritenuti idonei frequenteranno un corso pre-flight di 5 mesi in Accademia Navale e poi saranno inviati negli Stati Uniti, per il corso di pilotaggio presso le scuole di volo della US Navy. Gli Ufficiali piloti dei Ruoli Normali mantengono le stesse prospettive di carriera dei colleghi del Ruolo Normale degli Ufficiali di Vascello, essendo destinati a ricoprire incarichi quali il Comando di Unità Navali e potendo ambire alle massime cariche in seno alla Forza Armata e alla Difesa.
Gli AUPC, invece, vengono selezionati con un concorso ad hoc ed iniziano l’iter formativo in Accademia con il corso pre-flight. Successivamente, sono destinati a frequentare il corso di pilotaggio in Italia. Gli AUPC possono giungere al grado massimo di Capitano di Vascello e non sono destinati ad assumere il Comando di una Unità Navale.

Come diventare operatori di volo dell’Aviazione navale

Oltre ai piloti, l’Aviazione Navale forma Ufficiali e Sottufficiali tecnici, scelti tra il personale già in forza alla Marina Militare, che vengono indirizzati alla frequenza di corsi altamente specializzati in Italia o negli Stati Uniti, nel corso dei quali ottengono un indottrinamento altamente specialistico sul proprio velivolo di pertinenza.

Fonte dell’articolo, il sito della Marina militare.

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